Seui

Seui
Seui, complesso nuragico di Ardasai (foto di Giuseppe Deplano, giornalista, copyright © 2008 - riproduzione riservata)

Insediamenti

Indice:
1) Seui, un castello nuragico nel Monte Tonneri
2) Seui, i villaggi sardo - punici e romani
3) Seui, i villaggi medioevali scomparsi.
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"Su Casteddu" di Seui, 
un castello nuragico sul Monte Tonneri
Da qualche anno anche l’interessante e suggestivo complesso del villaggio fortificato di “Su Casteddu” rientra nel “Parco archeologico Ardasai” del Comune di Seui, ricco di nuraghi, pozzi e fonti sacre, tombe di giganti e villaggi ed aree archeologiche. Il tutto ottimamente organizzato e visitabile, grazie alla ottimale segnaletica e agli agevoli sentieri perfettamente curati, che fanno di questo “sistema turistico-archeologico” un autentico gioiello.
Questo articolo di Giuseppe Deplano è stato pubblicato nel mensile Sardegna Magazine New del marzo 1994.

“Un castello a Seui”
Da ormai dieci anni, prevalentemente durante la stagione estiva, sto portando avanti un lavoro di censimento delle emergenze archeologiche presenti nel territorio del comune di Seui. Si tratto di un lavoro teso alla ricerca e lo studio dell’enorme patrimonio storico e archeologico che il paese possiede, con l’auspicio di una sua tutela e futura valorizzazione culturale e turistica.
Sinora la mia scoperta più importante (agosto 1988, località “Serra su Casteddu”) è rappresentata da un villaggio fortificato, risalente probabilmente al periodo nuragico, posto sulla sommità di due torrioni calcarei contigui del massiccio del Monte Tonneri. Il tutto immerso nel verde più lussureggiante. In Ogliastra insediamenti di questo tipo ne sono stati rilevati solo altri due esempi: “Serbissi” (Osini) e “Scerì” (Ilbono).
Si tratta di un complesso esteso per qualche centinaio di metri quadri. Sul piano di campagna sono leggibili una ventina di fondi di capanne circolari, di medie e piccole dimensioni, distribuite in modo disordinato e con muri alti mediamente un metro, in parte sepolti dal terriccio. Sono presenti diverse cortine murarie di varie dimensioni, anche se l’attenzione viene attratta da un massiccio muraglione posto sull’estremità sud del complesso, e da un fitto sistema murario compreso nello spazio tra i due tacchi calcarei, edificato a protezione dell’ingresso.
La posizione strategica, caratterizzata da una visuale quasi a 360 gradi (dal “Perda Liana”, alla vallata dall’Alto Flumendosa, fino ad arrivare alle montagne dell’Ogliastra orientale), fa ipotizzare che questo insediamento possa essere stato di tipo militare e sede di una guarnigione. (Giuseppe Deplano, copyright © 2010 – riproduzione riservata)



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 Seui, i villaggi sardo - punici e romani
 
Nel vasto territorio del Comune di Seui, nel cuore montuoso della nostra isola, sono stati rinvenuti i resti di diversi nuclei abitativi che pur risalenti all’età punica, presentano un carattere costruttivo squisitamente nuragico.
A questo periodo si possono far risalire diversi nuclei, tra cui i resti di un grosso villaggio, situato in località “Orgioloniga”(m. 988). Questo insediamento risulta costituito da alcuni fondi di capanne di varie dimensioni, retto-curvilinee, oltre ad alcuni resti murari sparsi nell’area. In passato nell’area si racconta che siano state rinvenute diverse monete puniche.
Altri insediamenti abitativi risalenti a questo periodo storico sono stati rilevati nelle località di “Parti”, “San Pietro” e “Is Muras”, nei pressi o all’interno del compendio forestale di Montarbu.
“Parti” era sicuramente un centro di una certa importanza. Infatti, il ritrovamento di numerose monete risalenti al periodo sardo-punico fa ipotizzare, addirittura, la presenza di una zecca. Attualmente poco o nulla rimane di questo villaggio. Infatti la zona qualche a metà secolo scorso è stata interamente rimboschita, cancellando irrimediabilmente ogni traccia dell’insediamento. Oggi le uniche tracce dell’antico villaggio sono rappresentate da una gran quantità di pietre e di cocciame di ceramica e terracotta.
Nella vicina contrada di “San Pietro”, nella zona sottostante la strada ferrata, si può ancora rilevare qualche tenue traccia di un probabile insediamento, in particolare alcuni fondi di capanna. Secondo la tradizione locale in questa località, vicina agli scarsi resti della chiesetta campestre di San Pietro (“Santu Perdu”), sarebbe esistito l’abitato di “Crobu”, un grosso villaggio sardo-punico.
Allo stesso periodo storico si possono far risalire le tracce di un altro nucleo, “Is Muras”, che a differenza dei precedenti avrebbe però una origine e struttura più propriamente nuragica, vista anche la vicinanza al nuraghe omonimo (oggi quasi scomparso) e al complesso di “Cercessa”.
Al confine col territorio di Ussassai, sulla sommità di un’altura tronco-conica piuttosto isolata, detta “Sa conca de’ su Casteddu” (m. 667 slm), in passato sono state rinvenute numerose monete, resti di anfore, monili e frammenti di ceramiche varie. Molto probabilmente questo sito era utilizzato come luogo di culto, forse anche di sepoltura di eminenti personalità locali. Quest’ultima ipotesi viene avvalorata dalle tracce di sepoltura a pozzetto. Nel 1958, la Soprintendenza alle Antichità effettuò una serie di saggi di scavo attorno a fondi di capanne puniche, molto probabilmente risalenti al IV – III secolo a. C.
Nell’area attorno all’antica chiesetta campestre dedicata a San Cristoforo, molto probabilmente risalente al ‘300 (se non prima), sono state rinvenute numerose monete puniche e romane, oltre a notevoli quantitativi di frammenti ceramici e resti di ossa umane. Questi elementi fanno ipotizzare l’esistenza nel sito di una necropoli.
Altri tre insediamenti risalenti all’età sardo-punica sono localizzati bel tavolato di Orboredu, isola amministrativa del Comune di Seui, incastonato tra i territori dei Comuni di Esterzili ed Escalaplano. I tre villaggi, tipicamente sardo-punici si trovano nelle località di “S’Ollasta Entosu” (nei pressi del nuraghe omonimo), a “Sa Perda Rubia” e al centro dell’altipiano. Sul piano di campagna sono facilmente leggibili diversi fondi di capanne, rettangolari e retto-curvilinei, oltre a notevoli quantitativi di frammenti ceramici sparsi sul terreno. Secondo diversi studiosi in questa vasta area molto probabilmente sorgeva “Gallilium”, il grosso e potente villaggio, abitato dalla tribù dei Gallilenses. (Giuseppe Deplano, copyright © 2011 – riproduzione riservata)

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Seui, i villaggi medioevali scomparsi

Questo articolo di Giuseppe Deplano è stato pubblicato nel mensile Sardegna Magazine New del marzo 1995.
"I villaggi medioevali a Seui"
In località "Ruinas" (m. 1.112 slm), nella parte più settentrionale del territorio del Comune di Seui, nel 1992 ho rilevato i ruderi di un grosso villaggio. Questo centro, di medie dimensioni generali, risulta essere costituito da capanne medio - piccole, con fondi in forme retto-curvilinee e circolari. Secondo numerose testimonianze orali questo insediamento sarebbe stato abbandonato dai suoi abitanti diversi secoli fa, in seguito a eventi naturali di natura eccezionale. Infatti, la causa sembra sia stata una abbondante nevicata, che essendosi prolungata per un lungo periodo di tempo, avrebbe completamente isolato questo piccolo centro montano, portando ben presto la popolazione allo stremo delle forze. Questo villaggio dovrebbe corrispondere al "Genoscis Oppidum" ("Genossi", "Genasei” o “Genasey"), citato dal Fara fra i centri abitati facenti parte della Curatoria di Seulo, poi di Seui (sec. XII).
Un altro villaggio, abbandonato tra i secoli XIV e XVII, sarebbe esistito nella zona ove oggi sorge la chiesetta campestre dedicata a Santa Lucia (sui fianchi di Monte Lusei). Molto probabilmente si tratta del centro di "Lexei" o "Mosei", citato in diversi documenti del periodo.
Nei pressi del Rio Giurtalay, al confine col territorio del Comune di Ussassai, in località "Genna Solaxi" (m. 797 slm), molto probabilmente sino alla seconda metà del XV secolo, esisteva il piccolo centro agro-pastorale di "Gertalay" o "Sercolay".
Sempre a questo periodo storico dovrebbero risalire i resti edilizi che ancor oggi si rinvengono in località "Cuili de' is Alinus" (m 760 slm).
"Truttuddai" sarebbe, invece, secondo la tradizione, il nome di un piccolo insediamento i cui scarsi resti edilizi sono localizzati su un costone montuoso, di fronte alla rocca del Monte Taddì. Sempre secondo numerose testimonianze orali, tramandate da generazioni, alla storia di questo villaggio sarebbe legata una leggenda, che vuole l'esistenza negli immediati pressi di una profonda grotta, contenente un telaio d'oro. Leggende ... sarà. Ma, a conferma del detto che "in fondo ad ogni leggenda, esiste sempre un briciolo di verità", la grotta esiste veramente, anche se totalmente sconosciuta ai più. Venne infatti rilevata e catastata all'inizio degli anni ottanta dal gruppo speleo del Club Alpino Italiano di Cagliari, con la denominazione di "Grutta ‘e su Draghinu" (1357 - SA/NU).
In una zona sottostante la chiesetta campestre dedicata a "San Cristoforo" emergono numerosi fondi di edifici con pianta in forma rettangolare, oltre a diversi resti murari non ancora ben definiti.
L'ultimo insediamento di questo lungo elenco, si trova a quota 826 metri, a poche decine di metri dalla galleria ferroviaria di "San Gerolamo", all'interno del compendio forestale di Montarbu.  (Giuseppe Deplano, copyright © 2010 – riproduzione riservata)